martedì, febbraio 19

Live Free or Die Hard



Visto che siamo in tema utilizzerò il film "Live free or Die Hard" (che in italia è diventato "Die Hard - Vivere o morire" perchè, non si sa bene per quale assurdo motivo, alla saga di John McClane hanno sempre dato titoli a caso) per fare un discorso generale su un tema molto caro a gran parte della popolazione maschile, un elemento che da solo può convincere un maschio a spendere 7 euro di biglietto o 20 di dvd, qualcosa capace di far sembrare un capolavoro anche quello che agli occhi di alcuni spettatori potrebbe sembrare una cagata immonda: l'IGNORANZA!

Negli anni '80 e '90 i film d'azione erano legati con un doppio filo a questa caratteristica: un vero film d'azione DOVEVA essere ignorante, ma non ignorante in senso dispregiativo, non mi permetterei mai, l'ignoranza era una cosa in più, difficile da spiegare a parole, difficile da comprendere fino in fondo, ma che si riconosceva a naso, nascosta dietro ogni battuta, ogni calcio in faccia, ogni esplosione, ogni sparo.
Lei c'era e il fatto che ci fosse ha permesso ad alcune pellicole di diventare dei veri e propri cult, rendendo i loro protagonisti degli eroi del cinema d'azione!

Emblematico il caso di Schwarzenegger, protagonista assoluto del film ignorante per eccellenza, "Commando", un capolavoro fatto di battute memorabili da citare ad oltranza, roba che ti rimane impressa nelle retine e nei timpani fino alla vecchiaia e che con il tempo assume sempre più un non so che di mistico.
Scorrendo i film di quegli anni saltano fuori tutti i nomi degli alfieri del genere, insieme al presidente della California infatti troviamo Jean-Claude Van Damme con i vari "Lionheart", "Senza esclusione di colpi" o "I nuovi eroi – Universal Soldiers" in coppia con Dolph Lundgren, uno degli scontri più importanti di quel periodo, il primo Steven Seagal, quello di "Nico" per intenderci, lo Stallone di "Rambo 2 & 3", "Cobra", "Demolition Man" faccia a faccia con un platinato Wesley Snipes o "Tango & Cash" con Kurt Russel, Gibson quando ancora non dirigeva film splatter in lingue morte, con la serie "Arma Letale" e ultimo ma non ultimo proprio Bruce Willis, con "L’ultimo boy scout" ma soprattutto con il personaggio di John McLane, l’unico vero ed inimitabile duro a morire!

Questo quarto capitolo inizialmente mette di fronte ad un McLane invecchiato e stanco, un "fossile del passato" che si trova suo malgrado coinvolto ancora una volta in una situazione all’apparenza più grande di lui, contro un nuovo tipo di terrorismo a lui sconosciuto, quello informatico!
Ma basta un attimo per capire che la tecnologia potrà fare ben poco contro McLane, la sua canotta sporca di sudore e sangue e le sue battute micidiali, infatti senza pensarci troppo il coriaceo agente di polizia decide che è arrivato di nuovo il momento di salvare i suoi amati Stati Uniti, ma non solo, stavolta si tratta anche di una faccenda personale, visto che i terroristi incauti decidono di fare la più grande cazzata del mondo, ovvero prendere in ostaggio la sua figlioletta...

Sono troppo vecchio per saltare fuori dalle macchine dice McLane ad un certo punto, eppure paradossalmente questo è, con molta probabilità, l’episodio della serie dove ha dovuto faticare di più, tra esplosioni, elicotteri, sparatorie, ponti che crollano, inseguimenti fra auto, camion e addirittura un jet, cavandosela nonostante tutto in maniera dignitosa, in un crescendo di scene spettacolari alternate con la solita ironia a cui il personaggio interpretato da Willis ci ha abituato.

Un ritorno riuscito quindi? Sì e no, sì perché alla fine il film fa il suo sporco lavoro senza troppi problemi, divertendo ed intrattenendo il pubblico (maschile) come dovrebbe fare un qualsiasi action movie, no perché comunque "Live Free or Die Hard" è il titolo meno riuscito della serie, a causa di una sceneggiatura che nonostante la lunga durata non riesce a dare il minimo spessore agli altri personaggi presenti in scena e che mostra delle sequenze d’azione che stonano con l’atmosfera dei precedenti capitoli, preferendo la spettacolarità (scelta sicuramente nelle corde del regista Len Wiseman, creatore di "Underworld" e sequel) a scapito della credibilità, puntando sugli effetti speciali e spostandosi più verso i territori delle baracconate alla "Mission: Impossible III" o degli ultimi Bond pre "Casino Royale".

Il primo difetto è quello che più pesa nel complesso, il film infatti è scritto e girato per far fare bella figura a McLane prima del definitivo pensionamento e questo probabilmente ha portato ad una piattezza di caratterizzazione generale (a parte il simpatico cameo di Kevin "Silenth Bob" Smith nei panni di un hacker/nerd di "Star Wars"), dal giovane hacker Matt, interpretato da Justin Long ("Dodgeball"), che capisce prima di tutti il piano dei terroristi a cui ha inconsapevolmente partecipato e che accompagnerà il detective nella sua missione di salvataggio, alla figlia Lucy, ovvero Mary Elizabeth Winstead ("Grindhouse"), dal carattere ribelle ma in fondo simile in tutto e per tutto al caro paparino, anche se il peggio è stato fatto con l’antagonista principale, Thomas Gabriel un ex funzionario dell’FBI intenzionato a sabotare l'intero sistema computerizzato nazionale per vendicarsi di certi meriti non riconosciuti, portato in scena da un inconsistente Timothy Olyphant, totalmente incapace di mostrare un avversario degno di nota.

Meglio allora gli altri "boss" che Willis si trova a fronteggiare, ovvero Mai Linh, esperta di arti marziali nonchè braccio destro ed amante di Gabriel, interpretata dall’attrice vietnamita Maggie Q ("M:I 3") e Rand, sicario esperto di parkour in grado di sopravvivere ad uno scontro "esplosivo" con McLane, agilmente interpretato da Cyril Raffaelli ("Banlieue 13"), protagonisti loro malgrado di due delle migliori battute di tutta la pellicola; peccato che a rovinare tutto arriva Edoardo Costa nei panni di Emerson, un altro collaboratore del capo dei terroristi, che non si sa bene in nome di quale amicizia (perché Bruce, PERCHE'???) riesce ad arrivare quasi fino alla fine del film...

“Die Hard 4.0” non diventerà un cult come i suoi predecessori e altri film del genere ma sicuramente ha riportato a livelli di blockbuster quell’ignoranza da troppo tempo relegata a film di minore visibilità (come "The Transporter" e buona parte delle pellicole interpretate da Jason Statham), sperando che non sia stato solo un episodio sporadico ma solo l’inizio di una nuova, gradita, ondata.

Hippy ya ye, figlio di puttana!

12 commenti:

A_G ha detto...

l'action movie e' duro a morire come mclane!

questo al cinema l'ho perso, a breve prevedo che il dvd benedira' il bose e il 42 pollici del mio socio

Angelo ha detto...

eeeh al cinema è tutta un'altra cosa, anche se credo proprio che pure su un 42'' farà la sua porca figura!

Anonimo ha detto...

non ci riesco, non ci posso fare niente, io l'IGNORANZA non la comprendo... :D hai letto la mail angelo? ho avuto qualche problema con fc... Strano!

Anonimo ha detto...

Interessante questo discorso sull'"ignoranza" commerciale. Più o meno quello che ho fatto io per il film Dredd - La legge sono io, con Stallone.

Old Whig ha detto...

Grande Angelo! Hai sintetizzato ottimamente il tutto!
Ho una domanda: perchè tieni fuori dal genere il primo Rambo?

A_G ha detto...

beh ma rambo1 aveva troppi risvolti psicologici-sociali per il genere "ignorante"...

Anonimo ha detto...

Ok.
Probabilmente non sono abbastanza ignorante per capire questo post. O troppo donna.
Non so! :D

Anonimo ha detto...

@ Salo: è come dice A_G, il primo capitolo di rambo deve essere considerato a parte, un film molto più complesso ed intenso che aveva poco a che fare con i seguiti.

@ Miki: Oh, le donne vanno pazze per robe tipo "Sex & the city" o peggio, se vogliamo un tipo di ignoranza diversa da questa... :D

@ Lilith: mmm boh però tra i veri capolavori di ignoranza Dredd non ce lo vedo, puntava in alto ma il risultato era piuttosto basso rispetto ad altri film.

Anonimo ha detto...

Ummmm... in effetti il film era sul genere truzzo, ma dire capolavoro è un po' difficile, anche perché erano anni in cui il genere brillava con ben altre stelle! :)

Anonimo ha detto...

Tra i 4 film della saga quello che mi è piaciuto di meno è stato il terzo ... forse perché è quello che meno mi è rimasto in mente! Ciao, Ale.

Anonimo ha detto...

si rambo era storia a parte era stato fatto nel primo periodo post vietnam... era solo triste, non aveva molto di ignorante... gli altri due invece si che sono delle americanate..

Anonimo ha detto...

Bho...io me lo sono visto quest'estate a Stratford...onestamente l'ho trovato piuttosto banale e noioso e assolutamente non all'altezza della saga...