lunedì, aprile 28

Shablo feat. Caprice - Count on me



Parlare di Shablo in modo approfondito sarebbe troppo lungo e sono sicuro che è molto più efficace sentire con le proprie orecchie di cosa è capace più che leggere la sua biografia.
Scrivo giusto due righe di introduzione per tutti quelli che sicuramente non lo conoscono...

Nato a Buenos Aires, lo spirito migrante di Shablo l'ha portato a viaggiare in tutto il mondo e ad assorbire tutti i suoni dei luoghi che ha visitato, rendendolo uno dei produttori più versatili e talentuosi del panorama musicale internazionale!

Dopo aver passato gli ultimi 10 anni in Italia e dopo aver collaborato con gran parte della scena hip hop nazionale, nel 2005 ha deciso di trasferirsi ad Amsterdam dove ha iniziato a lavorare al suo album d'esordio in uscita a maggio, "The Second Feeling".

Un disco che conterrà tutte le influenze e le contaminazioni accumulate in anni d'esperienze e che vedrà la collaborazione di artisti (cantanti, musicisti, grafici) provenienti da svariati paesi, come l'Argentina, il Perù, l'Olanda, le Barbados, l'Inghilterra, l'Italia, gli Stati Uniti, il Canada e la Germania a conferma del sapore internazionale e multiculturale della musica di Shablo.

Il primo singolo è "Count on me", pezzo che vede il featuring di Big Boy Caprice, cantante soul olandese che contribuisce a rendere evidente il lato sentimentale del disco, quel "feeling" del titolo principale a cui Shablo intende arrivare attraverso il suo album!

Disco imperdibile, sicuro.



Ah il video è diretto dai TwoThings, un duo creativo composto da due ragazzi italiani, Boghe & Galman, dotati di un eccezionale talento visivo che ha preso le mosse da un’intensa attività come writers di graffiti e che li ha poi portati a studiare con attenzione le arti visive e la fotografia fino a quando le nuove tecnologie non hanno cambiato radicalmente il loro approccio all’arte: pittura e grafica, fotografia e video, sono confluite nell’unico mezzo espressivo digitale.

sabato, aprile 26

Tropic Thunder trailer e poster



Chiunque abbia visto ed apprezzato "Zoolander" sa di cosa è capace il genio comico di Ben Stiller!

Le aspettative per il suo secondo film da regista quindi non possono che essere enormi, a maggior ragione se nel cast compaiono nomi del calibro di Robert Downey Jr., Jack Black, Nick Nolte e Matthew McConaughey con camei di Tom Cruise e Tobey Maguire.

Il film racconta le vicende di cinque attori hollywoodiani impegnati nelle riprese di un kolossal sulla guerra in Vietnam, ma durante le riprese, nel paese che ospita il set scoppia una guerra reale. Impossibilitati a lasciare il paese e pressati dalla produzione che non vuole perdere denaro inutilmente, i cinque attori si ritrovano costretti a continuare le riprese nel bel mezzo dei combattimenti.

Le foto promozionali, le locandine e il trailer fanno ben sperare, non resta che aspettare l'uscita italiana, prevista per il 26 Settembre (in USA esce il 15 Agosto)!

mercoledì, aprile 23

Natale al cesso



Quando pensi che la ShortCut abbia vinto tutto, arriva un altro martedì e scopri che son riusciti a superarsi ancora un'altra volta.

Geniali.

lunedì, aprile 21

24 secondi Template



Nigga please pt.3

Dopo il template per il blog di A_G ecco un nuovo lavoro assolutamente vietato a tutti i white asses!

Per chi se ne intende di basket: 24secondi!

Come sempre il template in bianco fresco e pulito su DeviantArt.

domenica, aprile 20

Mariah Carey - Touch my body



Impossibile da negare, se sei una persona di sesso maschile, la visione del nuovo video di Mariah Carey non può che lasciarti turbato.

Ah e come sempre sono innegabili anche le doti canore di Mimi, ho appena recuperato l'album, vediamo se ci trovo qualche pezzo meritevole.

Touch my body - Mariah Carey
(click destro, salva con nome per scaricare l'mp3)

giovedì, aprile 17

Quote of the week - Male minore

chi vota scegliendo il male minore lo accetta finchè non muore.

Marracash dal pezzo "Molotov Cocktail"

martedì, aprile 15

Igoranz Verse Pusherz (cit.)



Altra infornata di recensioni veloci, questa volta solo film di un certo livello di ignoranza.

“Jumper” di Doug Liman

L’idea di base è sicuramente intrigante, chi non vorrebbe il potere di teletrasportarsi, poter entrare nelle banche di notte per fregarsi i soldi senza problemi e girare il mondo da mattina a sera nei più bei posti da “cartolina”? Il sogno di molti, figuriamoci se a scoprire di avere questo potere è un ragazzino che nella vita prende calci in faccia sia a scuola che a casa.

Nella parte introduttiva, infatti, vediamo fare tutte queste cose a David, il protagonista, che dopo essere scappato di casa si diverte a fare la bella vita, facendo colazione in Egitto e l’aperitivo a Londra, ma quando tutto sembra andare per il meglio ecco arrivare l’imprevisto: entrano in scena i “Paladini”, un gruppo di tizi vestiti di bianco che si meritano il premio come i migliori rosiconi cinematografici degli ultimi anni!
Questi non hanno alcun motivo per uccidere i “Jumpers”, ma lo fanno fin dal medioevo perché SI’, perché sono invidiosi dei loro poteri e rosicano, ma rosicano tanto, davvero tanto, tirando in ballo scuse puerili tipo “solo Dio può avere un potere del genere gnè gnè”...

Il bello è che ti viene da simpatizzare con questo gruppo di invidiosi bastardi, perché anche tu dentro stai rosicando dopo aver realizzato che quel potere non ce lo avrai mai e perché il protagonista fa di tutto per stare sul cazzo a chiunque, persino all’altro jumper che cerca di sopravvivere ammazzando a sua volta i paladini e a ben vedere pure alla ragazza di cui è innamorato fin da piccolo e sulla quale cerca di fare colpo, riuscendoci in parte perché lei è la solita zoccola che non può dire di no ad un viaggio a Roma e perché lui comunque rimane un fiiigo.

Il film ha il pregio di durare poco, ma purtroppo ha anche tutte le caratteristiche di un’occasione mancata, vuoi per il look sfacciatamente da teenager, vuoi per la sceneggiatura inconsistente e piena di buchi, se poi ci aggiungiamo una recitazione pessima da parte di più o meno tutto il cast (Hayden Christensen in primis, seguito a ruota da Rachel “sono la più figa di O.C.” Bilson e persino da Samuel L. Jackson, che ha sposato in pieno la filosofia del “accettiamo qualsiasi cazzata mi propongono, sempre di soldi si tratta!”) ed una regia che, a parte un paio di sequenze azzeccate, non lascia nulla, allora si prende atto di come abbiano buttato nel cesso l’idea iniziale.
Il fatto poi che il finale lasci spazio aperto a possibili/probabili sequel non aiuta di certo a migliorare il giudizio complessivo.

Ma in realtà non me ne fotte un cazzo, avrei visto questo film in ogni caso, per un semplice motivo: ad un certo punto mentre i protagonisti sono a Roma, vanno a prendere un taxi ed il tassinaro sta pompando dalle casse dell’autoradio il Colle der Fomento con il pezzo “Più forte delle bombe”, capito? Il Colle. In un blockbuster/cacatona made in Usa. Definitivo.
E poi dicono che non si supporta la scena…

“Gabriel” di Shane Abbess

Non bastavano la Francia, l’Inghilterra, la Spagna, il Giappone, la Corea e gli altri paesi orientali, dopo la Russia pure dall’Australia arriva la dimostrazione che certi tipi di film si possono fare anche al di fuori degli Stati Uniti… Tranne che in Italia, ovvio!

Intendiamoci, “Gabriel” non ha nulla di originale o innovativo, però è un buon film di genere e fa riflettere per alcuni motivi: innanzitutto è l’opera prima di un giovane regista australiano, che ha messo tutto quello che aveva in questa pellicola dimostrando che la passione a volte può portare a realizzare i propri progetti con risultati inaspettati.
Il film è stato girato con un cast sconosciuto e con un budget ridicolo, al punto che la troupe e gli attori stessi hanno dovuto accettare un sacco di pagamenti differiti; ma è stata una strategia vincente, visto che la Sony, che aveva acquisito i diritti per l'Australia e la Nuova Zelanda, ha deciso di distribuirlo in tutto il mondo, in alcuni casi direttamente in DVD (come da noi), ma sputaci sopra!

La trama vive di atmosfere dark/gotiche che ricordano fin da subito “Il Corvo” e che fanno da sfondo ad un mondo/purgatorio post-apocalittico dove Arcangeli e Caduti si sfidano per il controllo delle anime degli uomini, fra sparatorie e scontri ispirati al look di “Matrix” e di “Underworld”, con effetti già visti, ma notevoli per una produzione indipendente a basso budget.

Una pellicola con parecchi difetti ed ingenuità, ma non per questo da buttare, anzi, nonostante le premesse bisogna ammettere che Abbess e soci sono riusciti a fare un buon action movie assolutamente commerciale e d’intrattenimento, cosa che da noi, purtroppo, rimane un’utopia.

“Hitman” di Xavier Gens

La cosa divertente a Dicembre, quando “Hitman” è uscito al cinema, è stato leggere le recensioni in giro per la rete, non tanto quelle dei soliti critici-giornalisti, quanto quelle di un certo tipo di spettatori, che aspettano al varco uscite di questo tipo per tirargli addosso chili di merda.
Per carità, si tratta sicuramente di un film che può non piacere, ma le motivazioni dei diretti interessati mi sono sembrate abbastanza piatte e mi hanno portato a dividere in due sottocategorie questi recensori: i seriosi e i nerd-videoludici.

I primi, a furia di rivedere l’ultima pippa mentale di David Lynch, hanno ormai deciso che dei tanti film di genere che escono ogni anno alcuni devono far cagare per forza, perché ricalcano tutti gli stilemi del genere di cui fanno parte e sfoderano tutta la loro conoscenza in materia cinematografica per demolirli pezzo per pezzo.
Per quanto riguarda “Hitman” nello specifico le accuse son sempre le stesse, il solito film d’azione senza nulla di originale (salvo poi gridare al miracolo una volta vista quella furbata di “Cloverfield”), la solita regia che si ispira ai soliti modelli (e qui mi si deve spiegare perché certi elementi standard come le sequenze al ralenti per film come “300” vanno bene mentre per altri no), la solita sceneggiatura pietosa e dulcis in fundo il solito montaggio confuso.
Ora, io non ho avuto nessun problema a star dietro alla storia (proprio perché simile a molte altre), ma se uno che perde ore a star dietro ai deliri di Lynch poi mi viene a dire che il montaggio di “Hitman” sembra fatto apposta per confondere lo spettatore mi sorge qualche dubbio…

Che poi è innegabile che Gens (giovane autore francese che ha fatto scalpore con l’horror “Frontière(s)”) per la regia si sia sicuramente ispirato ad un certo tipo di cinema d’azione alla John Woo, ma ha anche cercato di inserire qualche trovata originale (come la scena dei ragazzini che stanno giocando proprio ad “Hitman”) e soprattutto ha cercato di ricreare in qualche modo le atmosfere del gioco (le movenze del protagonista o le sequenze nei corridoi degli alberghi).

Ed è proprio la fedeltà al videogioco quello che ha scatenato le ire dei nerd-videoludici, scontenti perché secondo loro “hanno rovinato uno dei migliori personaggi dei videogiochi degli ultimi anni sprecando una storia piena di spunti e potenzialità”.
Piena di spunti e potenzialità? Ma ziocane, “Hitman” è un videogioco ispirato dal cinema di genere di cui parlavo prima, con evidenti rimandi a Léon, il killer silenzioso di bessoniana memoria, Besson che tra l’altro produce il tutto con la sua Europa Corp.
Un cerchio che si chiude.

Dopotutto come puoi aspettarti chissà quale realismo o trama articolata da un film che porta in scena un assassino pelato con tatuato un codice a barre sulla testa, che si veste quasi sempre con un completo nero, la camicia bianca e la cravatta rossa?

Secondo me inoltre un punto a favore di questa pellicola è stato il fatto di volare basso da subito, vendendo un prodotto che fin dalla confezione mostrava tutto quello che aveva da offrire, senza provare a spacciarlo per quello che non poteva essere.
Aspettarsi altro a questo punto era proprio da stupidi!

Voglio anche spendere alcune parole per i due attori principali, inizio con Timothy Olyphant (il cattivo dell’ultimo “Die Hard”), che inizialmente temevo non fosse adatto al ruolo dell’agente 47, ma che invece mi ha costretto a ricredermi, mettendo in scena un perfetto killer di ghiaccio, e concludo con la protagonista femminile, Olga Kurylenko (che sarà la prossima bond girl nel nuovo capitolo di 007), che non offre chissà quale prova di recitazione ma bisogna ammettere che è davvero figa!

domenica, aprile 13

Aaliyah - Hot like fire



Negli ultimi anni il successo di Timbaland è cresciuto in maniera esponenziale, fino a raggiungere proporzioni a dir poco mondiali, conquistando anche i paesi dove prima era semi-sconosciuto, come (guarda caso) la nostra Italia; infatti se fino a poco tempo fa provavi anche solo per sbaglio a pronunciare il suo nome ti guardavano male e pensavano ad un paio di scarpe, ordinaria amministrazione che ormai fa più ridere che piangere.

Con il suo tocco magico ha contribuito in maniera decisiva alle carriere musicali di artisti come Justin Timberlake e Nelly Furtado, ma credo che la scelta di Madonna (e prima ancora dei Duran Duran) di farsi produrre il disco nuovo da lui sia la dimostrazione definitiva: il suo è il suono del momento!

Peccato che questo suono sia un marchio di fabbrica che dal 1996 lo accompagna in ogni sua produzione e che ha imposto nuovi standard nella black music e più in generale nella musica pop!
Prima ancora di questa recente ondata di artisti, Timbaland ha collaborato con una lunga lista di cantanti, gruppi ed mc americani, dalle Destiny’s Child a Jay-Z, ma soprattutto aveva formato una vera e propria famiglia insieme a Missy Elliott, Ginuwine ed Aaliyah.

Tutti artisti che per qualche oscuro motivo in Italia non erano neanche minimamente considerati, tragicomica a questo proposito la notizia della scomparsa della bravissima Aaliyah nei tg nazionali, con gli speakers che non avevano la più pallida idea di come pronunciare il suo nome con risultati deliranti.

Quindi nonostante questo "nuovo" boom di Timbo, molto probabilmente le sue migliori produzioni rimangono quelle passate, in particolar modo quelle che potevano contare sulla splendida voce, impossibile da dimenticare, di Aaliyah, quando erano davvero una novità!

Tra una Madonna ed un Justin la cosa migliore da fare è recuperare la discografia di Aaliyah, pochi cazzi.

Hot like fire - Aaliyah
(per scaricare l'mp3, cliccare su "download original")

mercoledì, aprile 9

4 minutes to save the World



Maledetto Timbo, lo sapevo che finiva per farmi piacere pure il nuovo singolo di Madonna!

E poi trova sempre il modo di infilarci il Giustino in mezzo, che non guasta mai...

Ah e il video è diretto da Jonas & François, gli stessi di "Good Life" di Kanye e "D.A.N.C.E" dei Justice, mica cazzi.

4 minutes (to save the World) - Madonna + Timbaland & Justin Timberlake
(per scaricare l'mp3, cliccare su "download original")

martedì, aprile 8

Stardust



Il fantasy non è propriamente un genere nelle mie corde e va detto che la sovrabbondanza di uscite che si susseguono in quest’ultimo periodo non mi aiuta di certo a modificare la mia opinione, anzi non fanno altro che peggiorarla, basti pensare a certe oscenità come “Eragon”…

Eppure “Stardust” rappresenta la classica eccezione che conferma la regola, anche se ammetto che non è stata esattamente una sorpresa, in quanto il nome del regista, Matthew Vaughn, è bastato fin da subito per incuriosirmi, elemento decisivo quando si tratta di dare attenzione a pellicole che solitamente eviterei.

Ancora una volta ho fatto bene a seguire il mio istinto, perché “Stardust” prima ancora di essere un ottimo film è soprattutto un’onesta fiaba, che, per fortuna, non ha nulla a che vedere con le altre produzioni fantasy che intasano purtroppo il mercato.
La sua forza è la sua onestà di fondo, completamente differente e distante da certe pesantezze narrative presenti ad esempio ne “Il Signore degli Anelli”, o da pretese di successo che portano a strizzare l’occhio a più persone possibili, sfruttando la scia di successo dei predecessori ed oscurando così quanto di buono presente in scena, com’è successo con “La Bussola d’oro” e lontano finalmente dal target principale di certi prodotti spudoratamente adolescenziali, come “Harry Potter” o “Le cronache di Narnia”.

Tratto da un romanzo illustrato di Neil Gaiman, scrittore britannico considerato da molti come uno dei più importanti autori del genere fantascientifico/fantasy, il film mantiene le caratteristiche dell’opera da cui è tratto e mette in scena tutti gli elementi classici presenti nelle favole di un tempo, dalle streghe ai principi, con tanto di lieto fine, ma lo fa in maniera chiara, leggera e al tempo stesso elegante, una scelta che ha il pregio di riuscire a far sognare ad occhi aperti lo spettatore, trasportandolo all’interno dell’avventuroso viaggio compiuto dai protagonisti e della loro romantica storia d’amore.

Gran parte del merito va certamente al giovane regista e sceneggiatore Matthew Vaughn, che già con il suo precedente lavoro “Layer Cake” (da noi uscito direttamente in homevideo con il titolo “The Pusher”), un ottimo noir di stampo inglese (non per niente prima ancora aveva prodotto i primi due film di Guy Richie, “Lock & Stock” e “Snatch”), era riuscito a dimostrare tutto il suo talento e la sua professionalità, che presto metterà al servizio del prossimo adattamento Marvel, “Thor”, personaggio sicuramente nelle sue corde!

Vaughn è riuscito a cogliere lo spirito del romanzo di Gaiman ed ha cercato di conciliare la struttura classica della fiaba con elementi più moderni ed adulti come l’introspezione e la crescita interiore, senza tralasciare una giusta dose di umorismo ed ironia che fortunatamente non scadono mai in un certo tipo di comicità, inadatta al soggetto della pellicola.
Oltre alla sceneggiatura anche la parte tecnica è praticamente priva di difetti, grazie ad una regia intelligente e sobria, non priva di alcune trovate visivamente interessanti, come il duello voodoo o l’idea dei principi fantasmi, una colonna sonora adatta ad ogni situazione, dai momenti intimisti a quelli epici, una grande cura della fotografia e dei costumi, le magnifiche ambientazioni ed i paesaggi visibili nelle riprese ad ampio raggio.

A tutto questo vanno aggiunti degli effetti speciali per una volta non invasivi ma al contrario ridotti al minimo ed usati per esaltare le suggestioni immaginifiche e poetiche del film, che lasciano il giusto spazio all’ottimo cast, composto quasi interamente da attori inglesi, fatta eccezione per due stelle Hollywoodiane, la stupenda cinquantenne Michelle Pfeiffer, nei panni della strega Lamia, alla ricerca dell'eterna giovinezza ed il grandissimo Robert de Niro, che gigioneggia divertendosi e facendo divertire nel ruolo di Capitan Shakespeare, comandante piuttosto stravagante di una banda di pirati del cielo.
Da segnalare inoltre le brevi e simpatiche comparsate di Rupert Everett, Peter O'Toole e Jason Flemyng, ma soprattutto va sottolineata la prova spontanea e sincera, quasi ingenua, ma assolutamente perfetta per i loro personaggi, dei due giovani protagonisti, Charlie Cox e Claire Danes (“Romeo+Juliet”).

Insomma un film che colpisce per la sua semplicità e la sua freschezza, capace di riproporre in chiave nuova ed attuale delle storie ritenute fuori dal tempo, in un modo per niente scontato, senza mai scadere nella banale retorica, confermandosi una delle migliori opere fantasy del cinema contemporaneo!

lunedì, aprile 7

Quote of the week - Lieve attacco

Signori, purtroppo T-Bird non sarà dei nostri stasera... soffre di un lieve attacco di morte.

Top Dollar aka Michael Wincott dal film culto di Alex Proyas, "The Crow - Il Corvo"

Questo per dire ai pochi rimasti in ascolto che come avevo già annunciato è stato il mio pc ad avere un lieve attacco, però niente che una bella formattazione non possa risolvere.

Difatti sono quasi tornato operativo al 100%, ancora un po' e tornerò ad aggiornare la baracca, se ci siete restate sintonizzati.