Appena uscito nelle sale i paragoni con Tarantino si sono sprecati, paragoni fuori luogo a mio parere, inanzitutto perché penalizzanti nel confronto del talento di Joe Carnahan e poi per il semplice fatto che ormai il "pulp" è un genere a se, che vive di vita propria (l'episodio più recente è sicuramente "Slevin") e che sempre più spesso affianca azione, thriller e un certo tipo di commedia dal gusto nero dando vita ad un vero e proprio multi-genere, che a questo punto non ha nulla a che spartire con le ultime fatiche del regista di "Pulp Fiction".
Trovo invece sicuramente più adatto un accostamento con le prime due opere di Guy Ritchie, "Lock & Stock" e "Snatch", in quanto il mondo creato da entrambi i registi è un mondo popolato da gangster spietati e killer improbabili, personaggi assurdi circondati da altri personaggi ancora più assurdi, ma allo stesso tempo affascinanti ed interessanti, che vengono presentati in sequenza nella parte iniziale del film per poi esplodere tutti insieme nella seconda parte, il tutto all'interno di un impianto narrativo assolutamente ironico e surreale, ma comunque sempre lineare fino ai titoli di coda (tra l’altro veramente pieni di stile, idem per quelli di testa), senza dimenticare aperta nessuna storia precedentemente introdotta!
Anche in questo caso però è giusto specificare che Carnahan non è Ritchie e lo si capisce in particolare da alcune semplici cose, che fanno di "Smokin'Aces" un film a suo modo inedito ed imperdibile: il regista inglese, proprio per le sue origini, ha sempre preferito puntare tutto su una comicità dal sapore anglosassone, cosa che ha contribuito a rendere i suoi due lavori dei veri e propri "cult"; al contrario il regista americano, pur non trascurando il lato comico, che anzi raggiunge i massimi livelli ogni volta che entrano in azione i "Tremors Brothers", tre fratelli neo-nazisti psicopatici, ed un terribile bambino karateka che pur stando in scena per pochissimi minuti cattura l'attenzione e le risate (decisive in certi momenti per evitare di dare un'atmosfera troppo seriosa che avrebbe danneggiato il film), preferisce inserire un elemento parecchio inconsueto per il genere e guarda caso si tratta di qualcosa che ha già ampiamente dimostrato di sapere fare con il suo precedente noir-poliziesco, "Narc " (da recuperare assolutamente), ovvero dare un tocco drammatico al tutto, ricordando che ironia e violenza sono concetti complementari non distanti dal dramma.
Dramma che andrà in crescendo col passare dei minuti e che verrà portato avanti, fino all'assolo finale, in particolare, oltre che dal protagonista Buddy Israel, da un altro elemento inedito ovvero l'FBI e più precisamente dai due agenti Carruthers e Messner; se nei lavori di Ritchie, ad esempio, la polizia è quasi intangibile e le rare volte in cui entra in scena fa una magra figura, nel film di Carnahan è parte attiva, un importante protagonista capace di dare alla trama inaspettati cambi di direzione!
Per quanto riguarda il lato puramente tecnico della produzione nulla da eccepire, il regista ha carisma e personalità (che ha dimostrato rifiutando di girare "Mission Impossible 3" a causa dei dissidi con Tom Cruise), la sua regia è dinamica, virtuosa, intelligente e dal forte ritmo sincopato, capace di seguire tutto quello che accade anche in spazi stretti ed affollati, con inquadrature che spesso risultano alquanto originali grazie al poco uso di steadycam e molti giochi di riflessi ed unione tra parole e immagini, sfruttando gli spazi scenografici e la musica in modo da mantenere alta l'attenzione senza confondere lo spettatore con inutili virtuosismi fini a se stessi ed atmosfere patinate da videoclip (alla Tony Scott per chiarirci).
Proprio la musica è un altro asso a favore di questa pellicola, infatti la colonna sonora è un giusto mix di funk e di rock che coinvolge e ben accompagna le vicende narrate, con brani di Motörhead, Common e Prodigy oltre ad un famoso brano di Ennio Morricone; come non citare poi l’ottima fotografia dell’italiano Mario Fiore ("Training day", "The Island"), con una prevalenza di colori caldi dai toni estivi/primaverili, che hanno creato un efficace effetto di contrasto con la vicenda satura di violenza.
Per concludere, l'ultimo asso vincente è sicuramente un cast di tutto rispetto in vero stato di grazia, formato da grandi nomi, ma anche da talentuosi sconosciuti: Jeremy Piven ("Old School", "Scary Movie 3") non sembrava per niente l’attore adatto ad impersonare il prestigiatore Buddy "Aces" Israel, l’uomo a cui gira intorno tutta la storia, ed invece la sua interpretazione è una delle migliori; con una serie di smorfie azzeccate ed un comportamento allo stesso tempo disperato ed alterato riesce a mettere in mostra tutta l'angoscia crescente all'interno di una persona che per salvarsi ha tradito tutto e tutti! Angoscia che ritroviamo per motivi diversi anche all'interno dell'agente Messner, interpretato da Ryan Reynolds ("Amityville Horror", "Blade: Trinity"), nella sua migliore prova fin'ora che conferma quanto di buono ha già dimostrato in altri film; due invece sono gli attori al loro esordio sul grande schermo, dove sembrano trovarsi davvero a loro agio, quasi come se fossero nel loro elemento naturale, la musica… Sto parlando di Common ed Alicia Keys, entrambi star della black music con la stoffa per sfondare anche nel cinema, convincenti al punto giusto nel ruolo Sir Ivy, socio di Aces anch'esso tradito da quest'ultimo, e di Georgia Skye, metà di un duo di killer di colore in puro stile blaxploitation, una delle tante citazioni presenti nella pellicola.
Al loro fianco interpreti affermati come Ray Liotta (attore feticcio del regista), una vera e propria garanzia di sicurezza dai tempi di "Goodfellas", ed Andy Garcia forse il meno convincente di tutta la pellicola; per il resto tutti gli altri attori fanno il loro lavoro egregiamente, da quelli che interpretano i personaggi più marginali a quelli presenti in veste di una sorta di "cameo allungato", fra cui Ben Affleck, che gigioneggia nella sua parte di "recupero-crediti" e Jason Bateman (conosciuto per la serie tv "Arrested Development", in Italia "Ti presento i miei") nel divertente ruolo di un avvocato alcolizzato e sessuomane.
Insomma, giudicato da molti come un passo falso, al contrario si può tranquillamente dire che "Smokin'Aces", oltre ad aver confermato le doti di Carnahan, lo ha rilanciato come regista dopo il fattaccio con Cruise, infatti i suoi prossimi lavori saranno "White Jazz", tratto da uno dei migliori racconti di James Ellroy ("L.A. Confidential", "The Black Dahlia") e "Killing Pablo", tratto dal romanzo di Mark Bowden che racconta la vera storia di Pablo Escobar.
Peccato solo che da noi il film abbia subito un trattamento a dir poco ridicolo: dapprima previsto per Maggio poi ha rischiato di uscire direttamente in DVD per poi finire nelle sale a Luglio, periodo non troppo felice per le uscite cinematografiche in Italia, tra l’altro scarsamente pubblicizzato, un grosso errore visto che, pur non avendo fatto strage al botteghino americano, ha saputo recuperare ampiamente in Home Video, segno che gli estimatori di questo genere sono più numerosi che mai!
domenica, agosto 26
Smokin'Aces
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10 commenti:
Ah mi sembrava di essermelo perso! Volo a cercarlo al Block.
Ma cos'è il fattaccio del regista con Tom celebroleso Cruise? *__*
Non credo sia ancora uscito al blockbuster, essendo uscito nelle sale il mese scorso, mi sa che dovrai aspettare ancora un po'...
Comunque come accennavo sopra Carnahan era stato scelto per girare "M:I 3" ma dopo qualche settimana se n'è andato perchè continuava a rognare con Cruise che non lo lasciava fare il suo lavoro e continuava ad intromettersi!
Che idiota Cruise...ma del resto uno che crede a Scientology...
Sto film devo assolutamente vederlo Angelo...anche se non so come procurarmelo, visto che uscirà in noleggio tra un paio di mesi...tu l'hai solo scaricato e visto, oppure l'hai pure messo su dvd? Nel secondo caso me lo puoi passare?
No, per fortuna son riuscito a vederlo al cinema quella settimana che sono andato al mare, in un solo colpo mi son visto questo e "Crank" (quel film con Jason Statham di cui ti parlavo)!
Cruise e il suo delirio di onnipotenza... quanto lo detesto!!!
Miki
non vidi ;) quando/se lo vedrò ti dico
(FulviaLeopardi)
devo vedere di recuperarlo per vie traverse.
questo e "we own the night".
al cinema ci vado a vedere i simpson e basta.
Un film che vorrei vedere al più presto, ma che dalle mie parti sembra essere "scomparso" dalla programmazione!!! Ciao, Ale
Claudio recuperalo che merita davvero, soprattutto per chi ha adorato Snatch e Slevin.
Fulvia idem come sopra.
Ale l'estate fa mattanza per i film che non si chiamano harry potter.
FIGATA! Rispetto a Slevin, trama meno articolata e meno colpi di scena, ma in compenso molta più azione e rivelazioni al debutto molto interessanti come Alicia.
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