martedì, aprile 8

Stardust



Il fantasy non è propriamente un genere nelle mie corde e va detto che la sovrabbondanza di uscite che si susseguono in quest’ultimo periodo non mi aiuta di certo a modificare la mia opinione, anzi non fanno altro che peggiorarla, basti pensare a certe oscenità come “Eragon”…

Eppure “Stardust” rappresenta la classica eccezione che conferma la regola, anche se ammetto che non è stata esattamente una sorpresa, in quanto il nome del regista, Matthew Vaughn, è bastato fin da subito per incuriosirmi, elemento decisivo quando si tratta di dare attenzione a pellicole che solitamente eviterei.

Ancora una volta ho fatto bene a seguire il mio istinto, perché “Stardust” prima ancora di essere un ottimo film è soprattutto un’onesta fiaba, che, per fortuna, non ha nulla a che vedere con le altre produzioni fantasy che intasano purtroppo il mercato.
La sua forza è la sua onestà di fondo, completamente differente e distante da certe pesantezze narrative presenti ad esempio ne “Il Signore degli Anelli”, o da pretese di successo che portano a strizzare l’occhio a più persone possibili, sfruttando la scia di successo dei predecessori ed oscurando così quanto di buono presente in scena, com’è successo con “La Bussola d’oro” e lontano finalmente dal target principale di certi prodotti spudoratamente adolescenziali, come “Harry Potter” o “Le cronache di Narnia”.

Tratto da un romanzo illustrato di Neil Gaiman, scrittore britannico considerato da molti come uno dei più importanti autori del genere fantascientifico/fantasy, il film mantiene le caratteristiche dell’opera da cui è tratto e mette in scena tutti gli elementi classici presenti nelle favole di un tempo, dalle streghe ai principi, con tanto di lieto fine, ma lo fa in maniera chiara, leggera e al tempo stesso elegante, una scelta che ha il pregio di riuscire a far sognare ad occhi aperti lo spettatore, trasportandolo all’interno dell’avventuroso viaggio compiuto dai protagonisti e della loro romantica storia d’amore.

Gran parte del merito va certamente al giovane regista e sceneggiatore Matthew Vaughn, che già con il suo precedente lavoro “Layer Cake” (da noi uscito direttamente in homevideo con il titolo “The Pusher”), un ottimo noir di stampo inglese (non per niente prima ancora aveva prodotto i primi due film di Guy Richie, “Lock & Stock” e “Snatch”), era riuscito a dimostrare tutto il suo talento e la sua professionalità, che presto metterà al servizio del prossimo adattamento Marvel, “Thor”, personaggio sicuramente nelle sue corde!

Vaughn è riuscito a cogliere lo spirito del romanzo di Gaiman ed ha cercato di conciliare la struttura classica della fiaba con elementi più moderni ed adulti come l’introspezione e la crescita interiore, senza tralasciare una giusta dose di umorismo ed ironia che fortunatamente non scadono mai in un certo tipo di comicità, inadatta al soggetto della pellicola.
Oltre alla sceneggiatura anche la parte tecnica è praticamente priva di difetti, grazie ad una regia intelligente e sobria, non priva di alcune trovate visivamente interessanti, come il duello voodoo o l’idea dei principi fantasmi, una colonna sonora adatta ad ogni situazione, dai momenti intimisti a quelli epici, una grande cura della fotografia e dei costumi, le magnifiche ambientazioni ed i paesaggi visibili nelle riprese ad ampio raggio.

A tutto questo vanno aggiunti degli effetti speciali per una volta non invasivi ma al contrario ridotti al minimo ed usati per esaltare le suggestioni immaginifiche e poetiche del film, che lasciano il giusto spazio all’ottimo cast, composto quasi interamente da attori inglesi, fatta eccezione per due stelle Hollywoodiane, la stupenda cinquantenne Michelle Pfeiffer, nei panni della strega Lamia, alla ricerca dell'eterna giovinezza ed il grandissimo Robert de Niro, che gigioneggia divertendosi e facendo divertire nel ruolo di Capitan Shakespeare, comandante piuttosto stravagante di una banda di pirati del cielo.
Da segnalare inoltre le brevi e simpatiche comparsate di Rupert Everett, Peter O'Toole e Jason Flemyng, ma soprattutto va sottolineata la prova spontanea e sincera, quasi ingenua, ma assolutamente perfetta per i loro personaggi, dei due giovani protagonisti, Charlie Cox e Claire Danes (“Romeo+Juliet”).

Insomma un film che colpisce per la sua semplicità e la sua freschezza, capace di riproporre in chiave nuova ed attuale delle storie ritenute fuori dal tempo, in un modo per niente scontato, senza mai scadere nella banale retorica, confermandosi una delle migliori opere fantasy del cinema contemporaneo!

5 commenti:

Old Whig ha detto...

Di solito sei esigente...e se non hai trovato difetti vuol dire che vale davvero la pena vederlo: me lo segno e spero di trovarlo a noleggio!

Anonimo ha detto...

non avresti problemi visto che è uscito da un paio di mesi, comunque non c'è bisogno del noleggio...

Anonimo ha detto...

Concordo con tutto quanto hai scritto: Sturdust è un film onesto, ben girato e divertente. Inoltre non annoia mai! Ciao, Ale

A_G ha detto...

neil gaiman lo sto scoprendo ora come autore, mi incuriosisce una fiaba che proviene dalla sua penna..

Old Whig ha detto...

Ah giusto hai ragione.... :)