martedì, aprile 15

Igoranz Verse Pusherz (cit.)



Altra infornata di recensioni veloci, questa volta solo film di un certo livello di ignoranza.

“Jumper” di Doug Liman

L’idea di base è sicuramente intrigante, chi non vorrebbe il potere di teletrasportarsi, poter entrare nelle banche di notte per fregarsi i soldi senza problemi e girare il mondo da mattina a sera nei più bei posti da “cartolina”? Il sogno di molti, figuriamoci se a scoprire di avere questo potere è un ragazzino che nella vita prende calci in faccia sia a scuola che a casa.

Nella parte introduttiva, infatti, vediamo fare tutte queste cose a David, il protagonista, che dopo essere scappato di casa si diverte a fare la bella vita, facendo colazione in Egitto e l’aperitivo a Londra, ma quando tutto sembra andare per il meglio ecco arrivare l’imprevisto: entrano in scena i “Paladini”, un gruppo di tizi vestiti di bianco che si meritano il premio come i migliori rosiconi cinematografici degli ultimi anni!
Questi non hanno alcun motivo per uccidere i “Jumpers”, ma lo fanno fin dal medioevo perché SI’, perché sono invidiosi dei loro poteri e rosicano, ma rosicano tanto, davvero tanto, tirando in ballo scuse puerili tipo “solo Dio può avere un potere del genere gnè gnè”...

Il bello è che ti viene da simpatizzare con questo gruppo di invidiosi bastardi, perché anche tu dentro stai rosicando dopo aver realizzato che quel potere non ce lo avrai mai e perché il protagonista fa di tutto per stare sul cazzo a chiunque, persino all’altro jumper che cerca di sopravvivere ammazzando a sua volta i paladini e a ben vedere pure alla ragazza di cui è innamorato fin da piccolo e sulla quale cerca di fare colpo, riuscendoci in parte perché lei è la solita zoccola che non può dire di no ad un viaggio a Roma e perché lui comunque rimane un fiiigo.

Il film ha il pregio di durare poco, ma purtroppo ha anche tutte le caratteristiche di un’occasione mancata, vuoi per il look sfacciatamente da teenager, vuoi per la sceneggiatura inconsistente e piena di buchi, se poi ci aggiungiamo una recitazione pessima da parte di più o meno tutto il cast (Hayden Christensen in primis, seguito a ruota da Rachel “sono la più figa di O.C.” Bilson e persino da Samuel L. Jackson, che ha sposato in pieno la filosofia del “accettiamo qualsiasi cazzata mi propongono, sempre di soldi si tratta!”) ed una regia che, a parte un paio di sequenze azzeccate, non lascia nulla, allora si prende atto di come abbiano buttato nel cesso l’idea iniziale.
Il fatto poi che il finale lasci spazio aperto a possibili/probabili sequel non aiuta di certo a migliorare il giudizio complessivo.

Ma in realtà non me ne fotte un cazzo, avrei visto questo film in ogni caso, per un semplice motivo: ad un certo punto mentre i protagonisti sono a Roma, vanno a prendere un taxi ed il tassinaro sta pompando dalle casse dell’autoradio il Colle der Fomento con il pezzo “Più forte delle bombe”, capito? Il Colle. In un blockbuster/cacatona made in Usa. Definitivo.
E poi dicono che non si supporta la scena…

“Gabriel” di Shane Abbess

Non bastavano la Francia, l’Inghilterra, la Spagna, il Giappone, la Corea e gli altri paesi orientali, dopo la Russia pure dall’Australia arriva la dimostrazione che certi tipi di film si possono fare anche al di fuori degli Stati Uniti… Tranne che in Italia, ovvio!

Intendiamoci, “Gabriel” non ha nulla di originale o innovativo, però è un buon film di genere e fa riflettere per alcuni motivi: innanzitutto è l’opera prima di un giovane regista australiano, che ha messo tutto quello che aveva in questa pellicola dimostrando che la passione a volte può portare a realizzare i propri progetti con risultati inaspettati.
Il film è stato girato con un cast sconosciuto e con un budget ridicolo, al punto che la troupe e gli attori stessi hanno dovuto accettare un sacco di pagamenti differiti; ma è stata una strategia vincente, visto che la Sony, che aveva acquisito i diritti per l'Australia e la Nuova Zelanda, ha deciso di distribuirlo in tutto il mondo, in alcuni casi direttamente in DVD (come da noi), ma sputaci sopra!

La trama vive di atmosfere dark/gotiche che ricordano fin da subito “Il Corvo” e che fanno da sfondo ad un mondo/purgatorio post-apocalittico dove Arcangeli e Caduti si sfidano per il controllo delle anime degli uomini, fra sparatorie e scontri ispirati al look di “Matrix” e di “Underworld”, con effetti già visti, ma notevoli per una produzione indipendente a basso budget.

Una pellicola con parecchi difetti ed ingenuità, ma non per questo da buttare, anzi, nonostante le premesse bisogna ammettere che Abbess e soci sono riusciti a fare un buon action movie assolutamente commerciale e d’intrattenimento, cosa che da noi, purtroppo, rimane un’utopia.

“Hitman” di Xavier Gens

La cosa divertente a Dicembre, quando “Hitman” è uscito al cinema, è stato leggere le recensioni in giro per la rete, non tanto quelle dei soliti critici-giornalisti, quanto quelle di un certo tipo di spettatori, che aspettano al varco uscite di questo tipo per tirargli addosso chili di merda.
Per carità, si tratta sicuramente di un film che può non piacere, ma le motivazioni dei diretti interessati mi sono sembrate abbastanza piatte e mi hanno portato a dividere in due sottocategorie questi recensori: i seriosi e i nerd-videoludici.

I primi, a furia di rivedere l’ultima pippa mentale di David Lynch, hanno ormai deciso che dei tanti film di genere che escono ogni anno alcuni devono far cagare per forza, perché ricalcano tutti gli stilemi del genere di cui fanno parte e sfoderano tutta la loro conoscenza in materia cinematografica per demolirli pezzo per pezzo.
Per quanto riguarda “Hitman” nello specifico le accuse son sempre le stesse, il solito film d’azione senza nulla di originale (salvo poi gridare al miracolo una volta vista quella furbata di “Cloverfield”), la solita regia che si ispira ai soliti modelli (e qui mi si deve spiegare perché certi elementi standard come le sequenze al ralenti per film come “300” vanno bene mentre per altri no), la solita sceneggiatura pietosa e dulcis in fundo il solito montaggio confuso.
Ora, io non ho avuto nessun problema a star dietro alla storia (proprio perché simile a molte altre), ma se uno che perde ore a star dietro ai deliri di Lynch poi mi viene a dire che il montaggio di “Hitman” sembra fatto apposta per confondere lo spettatore mi sorge qualche dubbio…

Che poi è innegabile che Gens (giovane autore francese che ha fatto scalpore con l’horror “Frontière(s)”) per la regia si sia sicuramente ispirato ad un certo tipo di cinema d’azione alla John Woo, ma ha anche cercato di inserire qualche trovata originale (come la scena dei ragazzini che stanno giocando proprio ad “Hitman”) e soprattutto ha cercato di ricreare in qualche modo le atmosfere del gioco (le movenze del protagonista o le sequenze nei corridoi degli alberghi).

Ed è proprio la fedeltà al videogioco quello che ha scatenato le ire dei nerd-videoludici, scontenti perché secondo loro “hanno rovinato uno dei migliori personaggi dei videogiochi degli ultimi anni sprecando una storia piena di spunti e potenzialità”.
Piena di spunti e potenzialità? Ma ziocane, “Hitman” è un videogioco ispirato dal cinema di genere di cui parlavo prima, con evidenti rimandi a Léon, il killer silenzioso di bessoniana memoria, Besson che tra l’altro produce il tutto con la sua Europa Corp.
Un cerchio che si chiude.

Dopotutto come puoi aspettarti chissà quale realismo o trama articolata da un film che porta in scena un assassino pelato con tatuato un codice a barre sulla testa, che si veste quasi sempre con un completo nero, la camicia bianca e la cravatta rossa?

Secondo me inoltre un punto a favore di questa pellicola è stato il fatto di volare basso da subito, vendendo un prodotto che fin dalla confezione mostrava tutto quello che aveva da offrire, senza provare a spacciarlo per quello che non poteva essere.
Aspettarsi altro a questo punto era proprio da stupidi!

Voglio anche spendere alcune parole per i due attori principali, inizio con Timothy Olyphant (il cattivo dell’ultimo “Die Hard”), che inizialmente temevo non fosse adatto al ruolo dell’agente 47, ma che invece mi ha costretto a ricredermi, mettendo in scena un perfetto killer di ghiaccio, e concludo con la protagonista femminile, Olga Kurylenko (che sarà la prossima bond girl nel nuovo capitolo di 007), che non offre chissà quale prova di recitazione ma bisogna ammettere che è davvero figa!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

"Gabriel" mi attira, anche se ho ancora nella testa le atmosfere di Costantine...

Buona giornata

Miki

Old Whig ha detto...

Mah...non ho visto nessuno dei tre e sinceramente nemmeno mi ispirano più di tanto...i prossimi tre nella lista sono altro: Idiocracy, La promessa dell'assassino e soprattutto Cristina Ricci ninfomane ;)

Old Whig ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=TmwanDLwb9I&feature=related

;)

Anonimo ha detto...

Io sono uno di quelli che ha gettato "quintali" di merda su Hitman ... ;-) Ciao, Ale

Angelo ha detto...

eh ricordo, ma eri fra i seriosi o i nerd vidoludici? :D