Ogni volta che esce un film come questo la questione è sempre la stessa: prendere in considerazione l'opera da cui è tratto, sia essa un fumetto, un libro, un videogioco o qualsiasi altra cosa, oppure lasciarla perdere completamente e avvicinarsi alla pellicola come se fosse un lavoro completamente inedito?
In certi casi il lavoro precedente è imprescindibile, soprattutto quando sono gli autori stessi a sfruttarne la fama per aumentare la curiosità e l'attenzione nei confronti del nuovo prodotto; a ben vedere forse non è il caso di "I am legend" che, pur portando il titolo del romanzo di Richard Matheson, non ha mai cercato di sfruttare direttamente la sua popolarità, omettendo questo particolare, se non sbaglio, sia ne nei trailer che nei vari poster, secondo me per un motivo molto semplice: nonostante il romanzo del 1954 sia uno dei capisaldi del genere fantascientifico/horror/apocalittico non gode di una grande fama "pop" (soprattutto tra i più giovani, target a cui si rivolgono buona parte dei blockbuster) e quindi di conseguenza chi già lo conosceva non avrebbe di certo avuto bisogno di inutili avvisi, mentre al contrario, a chi non ne aveva mai sentito parlare una dicitura "tratto dal romanzo di.." non avrebbe fatto ne caldo ne freddo.
A conti fatti poi il film è maggiormente debitore nei confronti della pellicola del 1971 "1975: occhi bianchi sul pianeta Terra" (uno dei due adattamenti già esistenti tratti dal libro di Matheson, senza contare tutti quelli che si sono ispirati leggendo il romanzo, l’esempio più lampante quello di George A. Romero e la sua "Notte dei morti viventi") ed è stato proprio il regista, Francis Lawrence, già autore del discreto "Constantine" (ma non per gli appassionati del fumetto da cui era tratto, "Hellblazer", si vede che c’ha preso un certo gusto nel dirigere solo trasposizioni “a rischio”) ad ammetterlo; inoltre i due sceneggiatori del vecchio adattamento con Charlton Heston compaiono fra i credits anche di questo nuovo progetto di fianco ad Akiva Goldsman, uno che non brilla certo per i risultati delle sue trasposizioni cinematografiche (sue le sceneggiature, tra le altre, di "Io, Robot" e "Il Codice Da Vinci").
Venendo al sodo "I am legend" non parte affatto male, anzi si può tranquillamente dire che per 3/4 della sua durata si lascia vedere senza problemi, addirittura risultando godibile in certi momenti, merito di alcune scene ad effetto come il colpo d'occhio iniziale di una New York abbandonata a se stessa e lasciata in mano alla natura, o le sequenze di vita quotidiana del protagonista, con l’audio altalenante che rende al meglio la presenza del fedele cane Sam; Lawrence riesce a tenere bene il ritmo, a parte nelle mal riuscite scene che fanno da flashback, dosando sapientemente l’azione e giocando molto sulla tensione da "spavento", che però va scemando mano a mano che si viene in contatto con gli esseri umani infetti, i cosiddetti "vampiri", che rappresentano sicuramente uno dei punti deboli della pellicola: una CG di così basso livello in una produzione hollywoodiana ad alto budget non può che far storcere il naso, per non parlare poi degli animali selvatici che lasciano un senso di freddezza e di finzione generale.
Comunque dicevo, nonostante questi difetti, fra cui anche dei notevoli buchi nella sceneggiatura, il film scorre senza troppi intoppi e l'attenzione dello spettatore viene spostata verso i particolari positivi, merito in gran parte delle stupende scenografie di Naomi Shohan ("Training day", "American Beauty") e dell’ottima fotografia curata da Andrew Lesnie (la trilogia de "Il signore degli anelli", "King Kong") ma nel momento decisivo, in cui la storia si trova davanti ad un bivio cruciale, la trama deraglia ed il regista ed i suoi decidono di prendere la strada più facile confenzionando il finale peggiore tra quelli possibili, trovando anche il tempo di inserire, fra una citazione di bob marley ed un’esplosione, un’irritante morale religiosa di speranza, in modo da convincere lo scienziato di non essere mai stato davvero solo e di aver lavorato alla ricerca di una cura grazie ad un disegno superiore, proprio quel disegno che alla fine offre a Robert Neville l’occasione per diventare finalmente leggenda, in maniera eroica e alquanto prevedibile, con un sacrificio che non fa altro che lasciare lo spettatore con un fastidioso senso di insoddisfazione.
Se il finale riesce quindi ad essere deludente persino per chi è a digiuno del libro, facile immaginare la sensazione di chi proprio non ha potuto evitare il confronto con l’opera originale, in cui lo scrittore ha dato un senso completamente diverso e immensamente migliore, all’espressione "io sono leggenda".
In tutto questo Will Smith dimostra ancora una volta di essere un attore solido e convincente, che fa dell’intera pellicola il suo personale show, dovendo recitare da solo per quasi tutto il tempo, dando un’altra carismatica prova della sua bravura, riuscendo a far percepire in modo convincente l’angoscia e la solitudine ai limiti della follia provata da Neville, che raggiunge i massimi livelli proprio a causa della sua unica compagna, Samanta, il cane lupo, in una scena dalla grande intensità emotiva.
Insomma un film atteso al varco da molti, con alle spalle una storia dall’enorme potenziale in grado di scatenare parecchie riflessioni e di colpire seriamente lo spettatore, che purtroppo sfuma nell’ennesimo pop-corn movie, magari anche bello esteriormente ma assolutamente senz’anima, che a ben vedere non riesce neanche ad intrattenere fino in fondo ed è sicuramente lontano anni luce dal diventare una "leggenda", anche se la Warner ha già messo le mani avanti per un possibile sequel, che probabilmente andrebbe a colmare il vuoto temporale lasciato nella storia, ovvero i 3 anni durante i quali è avvenuto il contagio.
martedì, gennaio 15
Io Sono Leggenda
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13 commenti:
Ok, dopo la tua descrizione sono sempre più convinto a non vederlo...ormai esce un film bello ogni sei mesi...che palle! :(
Sono completamente d'accordo con la tua recensione. Il primo tempo è ancora passabile, anche se si notano già dei buchi di sceneggiatura, il secondo per me è inguardabile. Hanno tirato fuori la trovata religiosa perchè non sapevano più dove andare a parare.
Tumy
Io non ho letto il libro quindi sono portata a una visione più libera (e magnanima) del film. Concordo sulla delusione del finale: una colata di latte e miele paradisiaci fuori luogo. concordo anche sulla pessima computer grafica. Eppure, a voler grattare di aspetti positivi questo film ne ha parecchi. e il fatto che si pieghi verso l'entertainment non è necessariamente un difetto, considerato il target.
@ Salo: in realtà se tutto va bene venerdì esce anche qua "Eastern Promises" di Cronenberg (mi ricordo che "History of Violence" ti era piaciuto), poi tocca ad "American Gangster"!
@ Tumy: il classico finale "volemosebbene".
@ Lilith: l'intrattenimento va bene certo, ma il finale ripeto rovina quanto di buono costruito prima.
Sul finale sono daccordo, anche perché è decisamente incoerente.
Non ho letto il libro, per cui non posso applicare un metro di paragone.
Posso dire di trovarmi d'accordo con te (e con tutti i pareri che ho avuto il piacere di leggere): gli effetti speciali ed il finale affrettato penalizzano di molto un film che, tutto sommato, era partito molto bene.
Ciao Angelo,
scusa per il commento fuori tema. Ho avuto modo di ascoltare il disco di Ghemon e mi piaceva sapere cosa ne pensi tu, che sei uno che ne sa a pacchi in quanto musica da negro!
Marco è guarito...che settimana d'inferno, bro...
Mi arrendo...all'ennesimo invito ho ceduto e stasera andrò a vedere "Io sono leggenda"...a sto punto spero che ti sbagli! ;)
@ Salo: fai un favore a te stesso, leggiti il libro!
@ Marco: Ghemon e Kaos sono state le ciliegine sulla torta del 2007!
Ma nessuna sorpresa, si sapeva da un po' che non avrebbero deluso le aspettative..
mi avevano chiesto di andare a vederlo...ed ero dubbiosa...(mi pareva na ca***a )ora lo sono sempre di +!hahaha
non credo ci andrò..
Angelo, l'ho visto. Dunque, sono d'accordo quasi in tutto con la tua analisi: buchi di sceneggiatura, animali che sembravano di metallo, enorme potenziale non sfruttato di spunti di riflessione...
Del finale però non è odioso il retrogusto (per una volta) religioso, ma piuttosto la morte del protagonista, che lascia con l'amaro in bocca!
Bella recensione. Sugli "animali" hai pienamente ragione: sembrano usciti da Jumanji (film non male, ma di quasi 10 fa). Ciao, Ale.
Direi che non ho nulla da aggiungere alla tua recensione, che ha descritto in pieno tutte le mie impressioni appena uscita dalla sala! Un film carino che non mi ha lasciato niente, se non per la scena che hai citato anche tu con Will Smith e il cane!
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