venerdì, dicembre 15

Piano 17



E' ormai da molto tempo che il cinema italiano ha grossi problemi che lo penalizzano in maniera pesante rispetto alle produzioni di buona parte del resto del mondo.

Alcuni dicono che il problema è esclusivamente economico, ovvero che non ci sono i soldi che hanno ad Hollywood; ma a ben pensarci nemmeno in Francia, tanto per fare un esempio vicino a noi, eppure la maggior parte dei loro film danno la "paga" ai nostri.
Però non è del tutto sbagliato parlare di "problema economico": ormai è chiaro che i distributori e i produttori italiani preferiscono puntare su film di sicuro successo e relativo rientro commerciale (come i famigerati cinepanettoni), in questo modo i registi, soprattutto quelli giovani, che vogliono produrre qualcosa di diverso, non trovano i finanziamenti per portare avanti i propri progetti.

Ma quando ci sono le idee e la passione, si può comunque realizzare un bel film e l'esempio è proprio questo "Piano 17".
Con appena 70.000 euro Marco e Antonio Manetti hanno autoprodotto, oltre ad averlo chiaramente scritto e diretto, un film "noir" di pregevole fattura, solido, tosto e avvincente; insomma un thriller che si attiene alle regole, con le astuzie necessarie per ridurre i costi, senza che il risultato finale ne risenta!

Il segreto, oltre al mestiere dei due fratelli, conosciuti più che altro come registi di videoclip, ma per niente esordienti visto che prima di questo hanno girato molti corti per il web, un film tv per la Rai ("Torino Boys"), un mezzo passo falso al cinema ("Zora la vampira") e un'interessante serie tv in tema poliziesco andata in onda recentemente ("L'ispettore Coliandro"), è il cosiddetto lavoro in partecipazione: nessuno è stato pagato, ma tutti hanno diritto a una quota degli incassi; una formula forse non estendibile a tutti i casi, ma che sicuramente è un sistema ingegnoso (altre volte sperimentato) che permette di realizzare film al di fuori delle strettoie produttive classiche.

Alla regia i Manetti ci sanno fare eccome, visto che sono riusciti a rendere lineare un racconto pieno di flashback, con un montaggio veloce e dal ritmo incalzante; flashback che hanno non solo la funzione di spezzare la tensione ma anche di attribbuire spessore e motivazioni ai personaggi.
Inoltre si vede, o dovrei dire si sente, la cultura musicale dei due fratelli, perchè sia che si tratti di momenti divertenti o al contrario di momenti di tensione, hanno saputo scegliere le musiche più adatte alla situazione(tranne la chiusura con Max Pezzali che poteva essere evitata).

La trama riesce a coinvolgere grazie soprattutto alle buone prove degli attori, che a loro volta devono tanto ad una sceneggiatura intelligente, che ha il pregio di farli parlare al momento giusto lasciando spazio a considerazioni sulla vita ed a frecciate contro opportunismo e carrierismo.
Su tutti un Enrico Silvestrin che ho trovato perfetto nel ruolo del "cattivo", ma non è il solo, visto che anche il protagonista, Giampaolo Morelli, ha recitato bene la sua parte di "duro de borgata"; c'è anche Massimo Ghini che interpreta il capo della banda che fa da causa scatenante, mentre Elisabetta Rocchetti e Giuseppe Soleri sono gli sfortunati che si troveranno chiusi in ascensore con Morelli ed una bomba pronta ad esplodere.
In tutto questo c'è spazio anche per poche ma azzeccate parentesi comiche (tra cui una comparsata di Valerio Mastandrea), che hanno come protagonista Antonino Iuorio, nei panni di un altro complice della banda.

Per finire io mi chiedo: se con pochi soldi i Manetti sono riusciti a realizzare una pellicola così godibile cosa potrebbero fare con fondi maggiori?

E quando si inizierà a investire sui registi italiani talentuosi come loro, magari segando qualche "Natale a stocazzo" o "La finestra sul cesso di fronte" di troppo?

3 commenti:

GrYpHiUs ha detto...

ne ho sentito parlare questa estate ma per pregiudizio nei confronti dei Manetti Bros. non l'ho mai visto.
Diciamo pure che leggendo il post ho rivalutato la mia posizione.
Ti farò sapere.
;)

Anonimo ha detto...

ieri mi sono visto in serie Santa Maradona, Andata + Ritorno, L'ultimo bacio e che ne sarà di noi (si vabbè).
E devo dire che sono tutti film abbastanza godibili che ho visto con piacere.
Appena lo trovo mi sparo pure piano 17.
grazie per la segnalazione :)

Angelo ha detto...

Per me è stata una mezza sorpresa visto che "zora la vampira" non mi aveva per nulla entusiasmato...