giovedì, novembre 9

Moviez - The Departed



Probabilmente questo film farà finalmente vincere l'oscar a Martin Scorsese.
Per assurdo però in questo film la bravura di Scorsese come regista è stata messa in secondo piano rispetto ad una sceneggiatura praticamente perfetta!

E quì si potrebbe iniziare una lunga discussione sul fatto che questo remake sia stata una mossa azzardata e che chi ha già visto l'originale potrebbe non apprezzare, ma sarebbe inutile e penalizzante nei confronti di quello che si candida come miglior film dell'anno.

E' vero che gran parte del successo che "The Departed" sta riscuotendo e continuerà a riscuotere, è merito della storia raccontata, dichiaratamente ispirata ad "Infernal Affairs", film made in Hong Kong del 2002, che dopo il grande successo in patria è diventato la prima parte di una fortunata trilogia, con tanto di prequel e sequel; ma è anche vero che lo sceneggiatore William Monahan (sua la sceneggiatura de "Le Crociate") ha molti meriti, perchè oltre ad essere riuscito a "trasportare" le vicende da Hong Kong a Boston, inserendo nuovi elementi e nuovi personaggi, è stato anche bravissimo nell’approfondire lo scambio di identità su cui si basa tutta la pellicola, attribuendo un più complesso senso morale ad assassini, che sembrano poliziotti e a poliziotti, che sembrano assassini.

Il soggetto di "The Departed" ed "Infernal Affairs" è la quintessenza della classica trama a doppio gioco: non solo un poliziotto s'infiltra in un'organizzazione criminale per neutralizzarla, questa volta c'è anche una "talpa" dei gangster nelle file della polizia, con l'incarico di sventare le azioni contro la gang.
Ma se nel film asiatico prevalgono azione e suspense, ovvero il moltiplicarsi di sottotrame e doppi giochi (con trovate più geniali, bisogna sottolinearlo, altro che cellulari...), in quello americano sono i personaggi e le loro motivazioni a trasformare quello che potrebbe essere "solo" un travolgente film d'azione in una tragedia moderna.
Infatti Scorsese approfondisce psicologie che, in origine, avevano poche lacrime e ancor meno esitazioni, approfondimento che, oltre ad aumentare lo spessore e la qualità della pellicola, inevitabilmente ha aumentato anche la durata.
Ma nonostante l'ora in più rispetto ai 90 minuti origininali, "The Departed" rimane comunque un film dal ritmo serrato, merito soprattutto dell'ottimo montaggio, ed il valore aggiunto rispetto a "Infernal Affairs" sta proprio nel cast (almeno per noi occidentali) piuttosto che nello stile del regista, fedelissimo a se stesso certo, però rimane l'impressione che stavolta si sia quasi trattenuto rispetto al passato ("Quei Bravi Ragazzi" o "Casinò" dicono nulla?).

Un cast strepitoso, che vede sopra tutti un grande Jack Nicholson, nei panni del cinico e spietato boss Frank Costello, bastardo fino al midollo ma che sotto sotto nasconde qualcosa, esattamente come i due protagonisti, Billy Costigan e Colin Sullivan, rispettivamente Leonardo DiCaprio (quì al suo terzo film con Scorsese dopo "Gangs di New York" e "The Aviator") e Matt Damon.
Sicuramente migliore il primo visto il suo indiscusso talento, infatti riesce a tener testa a Nicholson ed è praticamente perfetto con le sue esplosioni di rabbia alternate a momenti di depressione dovute alla sua situazione e al costante pericolo di essere scoperto e quindi ammazzato; ma anche il secondo si trova perfettamente a suo agio nel ruolo di poliziotto freddo e calcolatore esaltato dall'ascesa sociale e dall'agiatezza mai conosciuta, nonostante le poche espressioni del viso a cui ci ha abituati.

Tra i due ci sono parecchi legami che ignorano, uno su tutti la loro relazione con una psicologa della Polizia, Madeleine, interpretata in maniera convincete da Vera Formiga, uno di quegli elementi aggiunti da Monahan, molto utile per collegare ancora maggiormente Billy e Colin.
Altro personaggio aggiunto che mi ha piacevolmente sorpreso è senza dubbio quello interpretato da Mark Wahlberg (che mi era già piaciuto in "The Italian Job" e "Four Brothers"); d’accordo, il ruolo è fantastico e scritto benissimo, ma molti altri interpreti non sarebbero riusciti a farlo funzionare ed invece Wahlberg è meraviglioso e riesce a dare spessore ad un personaggio che sarebbe potuto facilmente rimanere nell’ombra!

Per il resto tutti gli altri hanno fatto il loro "sporco lavoro" come sempre del resto, da Martin Sheen, che interpreta il capitano Queenan, diretto superiore di Billy con cui stabilisce una rapporto di fiducia stile figura paterna, ad Alec Baldwin, capitano della Squadra Investigativa che insegue Costello da anni, ed è felice di poter finalmente intercettare le telefonate grazie al Patriot Act.

Come al solito quando si tratta di Scorsese è interessante, oltre che perfettamente adatta alle immagini, la colonna sonora, senza contare la fotografia che contribuisce a rendere ancora più bello il film.

Voci dicono che sarà l'ultimo lavoro di Martin ad Hollywood, che vorrebbe dedicarsi a film più sperimentali... chissà, Scorsese può fare a meno di Hollywood, ma dubito che Hollywood possa fare a meno di lui!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah ci sei riuscito alla fine a vederlo.
Ciao Dommino!

Miki

Angelo ha detto...

@ miki: sì, finalmente direi, appena puoi vai a vederlo pure tu non te ne pentirai!

@ fasti: non pensare che gli ultimi 10 minuti siano un'americanata, perchè c'erano già nell'originale, a parte l'ultimissima scena. e sono i 10 minuti cruciali, quelli del faccia a faccia, da non confondere assolutamente con una qualsiasi sparatoria "alla tarantino".
preferivi un finale più buonista?

Angelo ha detto...

mah, mi sembra un'ottima motivazione eliminare chi conosce un segreto che potrebbe rovinarti, no? una resa dei conti doveva esserci, soprattutto per come si era messa la situazione.

forse l'ultima scena era evitabile ed infatti nell'originale non c'era, ma ammetto che ho goduto estremamente vedendola!

Anonimo ha detto...

Dire che l'ultima scena mi ha fatto godere è dire poco!!! Quel bastardo ha avuto ciò che si meritava...e il film non ci ha lasciato con l'amaro in bocca o meglio non ci ha lasciato col colpo della giustizia ancora in canna.